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Ben ritrovati da Giuseppe Grippo nella rubrica "Pillole di Storia Morrese".


Oggi, nella TERZA PARTE dell’articolo approfondiremo la storia delle nostre chiese di paese e di campagna.


Per una questione di ordine e non di cronologia, partiremo chiese, scomparse ed attuali, che si possono incontrare in paese.

PREMESSA: La maggior parte delle foto sono tratte dal libro "La chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Morra De Sanctis" a cura del dott. Rocco Di Santo e del prof. Francesco Grippo.

Altre sono foto trovate sul web o scattate dallo scrivente.


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Chiesa Madre di Morra De Sanctis

La nostra Storia inizia in un'epoca molto remota: ci troviamo alla fine dell'Alto Medioevo, tra l'undicesimo e il dodicesimo secolo.

Esattamente in questo periodo troviamo le prime notizie che riguardano la ๐‚๐‡๐ˆ๐„๐’๐€ ๐Œ๐€๐ƒ๐‘๐„ ๐ƒ๐ˆ ๐Œ๐Ž๐‘๐‘๐€.

Infatti, fonti citano Morra e Castiglione di Morra con castelli, cavalieri e sacerdoti; i due feudi avevano il compito di controllare l'antica strada romana che da Guardia portava a Conza.

La ๐œ๐ก๐ข๐ž๐ฌ๐š ๐ฆ๐š๐๐ซ๐ž sorgeva, giร  allora, sulla parte alta del paese, a 853 m. s.l.m. , accanto al castello feudale.

Dai documenti sappiamo che era stata intitolata in memoria agli apostoli ๐๐ข๐ž๐ญ๐ซ๐จ ๐ž ๐๐š๐จ๐ฅ๐จ.

L' edificio รจ stato piรน volte ampliato e restaurato anche a causa di molti terremoti, come quello del 1980 che la distrusse notevolmente e ci sono voluti 24 anni per la completa ristrutturazione; รจ stata riaperta al culto il 1 maggio del 2004.


I danni della chiesa madre dopo il sisma dell'80

la chiesa madre immortalata tra le macerie, 1980

                          L'affresco del soffitto del 1912 di Francesco Del Ponte prima del Sisma dell'80.
Per motivi tecnici non รจ stato possibile recuperarlo.



Di seguito, alcune foto scattate il 1 maggio 2004, in occasione della riapertura della chiesa:


Piazza Francesco De Sanctis. Il pomeriggio del 1° maggio 2004.


La fanfara dei Carabinieri si esibisce nell'anfiteatro comunale

La consegna della chiave della Chiesa

L'unzione dell'altare



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La ๐œ๐ก๐ข๐ž๐ฌ๐š ๐ฆ๐š๐๐ซ๐ž dei SS. ๐๐ข๐ž๐ญ๐ซ๐จ ๐ž ๐๐š๐จ๐ฅ๐จ รจ visibile da lontano per la sua mole massiccia.

L'impianto visibile oggi รจ in stile romanico e la facciata รจ molto semplice e presenta un maestoso portale in stile barocco in pietra locale finemente lavorato.

Prima del sisma sul portone c'era una statuina raffigurante la Madonna, opera dello scultore Morrese Alfonso De Paula.

Tutt'oggi vi รจ la scritta in latino del 1785, in ricordo del sisma del 1694. 

Sulla sinistra della chiesa si ergeva la torre campanaria di forma quadrangolare, sormontata da una cella campanaria con finestre, dove vi erano quattro campane, due grandi e due piccole.

Il campanile non รจ stato ricostruito nell'opera di ripristino post sisma.



Portale Barocco


La Chiesa Madre con il suo campanile. Anni '70.


Il corpo della navata e la facciata sono databili intorno ai primi del '700, l'arco del transetto ed il basamento esterno della navata appartengono ad un'epoca piรน antica.

Il Sagrato della chiesa (Piazza Gerardo Di Santo) e i rispettivi muri, sono stati fatti ultimamente al posto della Chiesa della Congregazione e di casa Strazza, che furono demolite.


La facciata della chiesa


                              La navata centrale della Chiesa. Foto scattata prima del sisma dell'80.
รˆ possibile notare l'antico lampadario, andato perduto con il sisma.



                   La facciata della Chiesa della Congregazione con il vecchio orologio comunale.
Era situata dove oggi sorge piazza Gerardo Di Santo (il sagrato della Chiesa Madre)




Si racconta che nel Medioevo la chiesa fosse collegata al castello attraverso un passaggio sotterraneo, non vi sono prove sicure, ma nei lavori recenti sono riapparse arcate e gallerie che sembrano portare al maniero.

Per molti anni รจ stata il cimitero del paese ed aveva due fosse distinte: una per i laici ed un'altra per il clero.

I cadaveri venivano calati, con l'aiuto di funi, attraverso delle botole poste nel pavimento della chiesa; pochi potevano disporre di un sepolcro.

Nonostante i danni dell'ultimo sisma, รจ ancora ben riconoscibile l'impianto a croce latina.


Dall'alto รจ visibile l'impianto a croce latina.


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foto di San Rocco

Interno della chiesa di S. Rocco


Fu innalzata dopo la peste del 1656 come ringraziamento per lo scampato pericolo. 

Successivamente, sotto il giuspatronato dell'universitร , fu rifatta e ampliata nel 1773, come ricorda l'iscrizione sulla facciata. 

L'ultimo significativo rifacimento risaliva al 1952. 

L 'Altare maggiore รจ dedicato a S.Rocco, mentre sulla navata destra erano collocati un altare di S.Antonio ed una nicchia con statua di S.Gerardo; corrispondentemente sulla  navata sinistra c'erano, invece, l'altare dell'Incoronata e un quadro della Madonna di Pompei  donato da Attilio Pallante durante l'ultima guerra e racchiuso in una bella cornice intarsiata, opera del falegname morrese Mazza. 

Sulla navata centrale si fronteggiavano a destra l'altare di S.Vito con l'adiacente pulpito, sulla sinistra l'altare di San Francesco Saverio, sul quale uno stemma in gesso ricordava il giuspatronato dei principi Morra. Sul soffitto un dipinto, firmato Francesco de Ponte e voluto ''A devozione di Nicole Zuccardi'', raffigurava l'Incoronata con San Rocco e San Vito. 

Nel giorno dedicato al Santo patrono, il 23 agosto, questa chiesa diventava il centro del paese. Caratteristiche erano le ''palommelle '' che i contadini confezionavano con la paglia per portarle in processione insieme a ceri colorati: nella stessa occasione floride ragazze in costume portavano ''mazzetti'' di grano addobbati con tanti fiori a nastri da ricordare le code dei pavoni.

Ma era anche al centro della festa dell'Incoronata la prima domenica di maggio, nonchรจ il 15 giugno, dedicato a San Vito:nelle tre feste appena citate erano d'obbligo la banda musical ed i fuochi d'artificio, che mancavano invece il 13 giugno, festa solo religiosa dedicata a S.Antonio e i fondi erano raccolti con offerte in denaro o prodotti agricoli, per lo piรน grano per S.Rocco e ricotta e formaggi per S.Vito. 

Nella settimana precedente L'Incoronata, e piรน precisamente il mercoledรฌ, oltre alle consuete novene e al frequente pellegrinaggio al santuario foggiano, in occasione della festa alcuni devoti usavano percorrere a ginocchioni tutta la Chiesa di san Rocco baciando (e talvolta leccando!) per terra fino all'altare centrale, dove per l'occasione era stata spostata la statua della Madonna.

Il 13 giugno la statua di S.Antonio veniva portata in processione dalla Chiesa Madre fin giรน alla Chiesa di S.Rocco; il giorno successivo vi veniva trasferita anche la statua di San Vito posta nella chiesa Madre; il 15 giugno, infine oltre alla benedizione degli animali, si invocava la protezione di San Vito facendo tre giri intorno alla chiesa di San Rocco, in un colorito carosello di buoi, asini, pecore, maiali ecc...

Per questo รจ rimasto in Morra il detto ''va a fare il giro intorno a San Vito", rivolto a colui che ha mangiato o bevuto un po’ troppo. Il giorno 15 stesso le statue di San Vito e San Antonio venivano riportate in processione nella Chiesa Madre.


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Da notare che le statue di San Rocco, San Vito, Sant'Antonio e San Gerardo portate in processione erano sempre quelle della Chiesa Madre persistendo la convinzione popolare che muovere i corrispondenti santi dalla Chiesa di San Rocco sarebbe stato di un cattivo auspicio: credenza che traeva origine da qualche disastro capitato in passato subito dopo una processione e che trovรฒ inopinata conferma nel primo dopoguerra quando l'arciprete Novia, tentando di superare questo superstizioso timore, s'imbattรฉ in una rovinosa grandinata che provocรฒ ingenti danni al paese ed alla campagna.


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Si indicano ancora oggi come ''terre di San Rocco'' degli appezzamenti posti in contrada Viticeto: tra questi vi era un grosso ammasso calcareo (soprannominata ''La pietra di San Rocco'') usata anticamente come area per trebbiature e che divenne poi agli inizi del 1900 la cava da cui si ricavarono i blocchi per la guglia eretta al Santo nell'omonima piazza.


La zona dove un tempo vi era la cava usata per ricavare i blocchi usati per la costruzione della guglia di San Rocco, in contrada Viticeto.


Sempre da un antico beneficio traggono il nome ''Le terre e la macchia di San Vito'' poste nei pressi dell'Isca, in localitร  Laganzano. 

Un documento del 14 dicembre 1746 ci parla della nomina, da parte del vescovo Antonio Manerva, a titolare del suddetto beneficio del sacerdote Aniello De Sanctis.


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la Chiesa di San Rocco nel Post-Sisma


Il terremoto distrusse la chiesa radendola quasi completamente al suolo.

Anche l'organo a mantici, posto sull'ingresso, che i bambini si divertivano ad azionare per le messe solenni venne distrutto dal Sisma.

La chiesa venne riaperta il 16 agosto 1999, cinque anni prima della Chiesa Madre.


                               16 agosto 1999. Riapertura al culto della Chiesa di S. Rocco.
In secondo piano a sinistra don Siro Colombo e don Raffaele Masi.



25.06.1985: la statua bronzea di S. Rocco ritorna sulla Guglia dopo il sisma



La Guglia di San Rocco oggi.




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La chiesa venne chiusa temporaneamente per lavori di ristrutturazione nel 2020 ed รจ stata riaperta al culto nel giugno del 2022 dall'Arcivescovo Pasquale Cascio.

La Chiesa di S. Rocco prima della ristrutturazione


la Chiesa di San Rocco dopo i lavori di ristrutturazione



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la chiesetta della Madonna del Monte Carmelo


Entrando nel paese da Nord si puรฒ notare ai piedi del Monte Calvario la chiesetta dedicata alla Madonna del Carmelo.

Una piccola chiesa costruita dove prima vi era il vecchio cimitero di Morra.

Proprio per questo viene anche chiamata la "chiesa del Purgatorio".

Le prime notizie di questa chiesa risalgono agli inizi del '900.

Purtroppo oggi รจ possibile visitarla solo in occasione della memoria liturgica della Madonna del Carmelo, che ricorre il 16 luglio.

A destra la Chiesa del Monte Calvario, fine 1800.


รˆ caratteristica come chiesa anche per il luogo in cui si trova e il panorama che da essa si puรฒ ammirare.


                     Il piccolo monumento in onore della Madonna inaugurato il 14.08.2004.
Il piedistallo fu offerto dalla ditta Iula di Vallesaccarda e la statua dall'Amministrazione Comunale.


14.08.2004: Don Antonio Cimmino, allora parroco di Morra, scopre la statua.


Poco distante da lรฌ si trovano anche le 5 croci di ferro che furono piantate lรฌ dai Padri Redentoristi tra il 5 e il 25 febbraio del 1949.


                                                    Le croci ai piedi del Monte Calvario.
Ricordo della Missione dei Padri Redentoristi.5-25 febbraio 1949.



In cima alla montagna del Monte Calvario (dove si tocca il punto piรน alto di Morra) vi รจ invece un'unica grande croce, donata dai Morresi emigrati in Svizzera.

รˆ tradizione da diversi decenni, ogni estate, organizzarsi in gruppo per scalare insieme la montagna e ritrovarsi lรฌ in preghiera e in compagnia.


La Croce sul Monte Calvario donata dai Morresi Emigrati in Svizzera.


Giovani e meno giovani Morresi salgono sulla cima del Monte Calvario, 21 luglio 2025.


Foto manifesto per la scalata del Monte Calvario, luglio 2025.



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Dopo aver raccontato delle tre chiese che si incontrano in paese passiamo a raccontare delle chiese che si trovano nelle contrade campagnole di Morra.

Sono anche qui tre le chiese, situate in tre contrade differenti: 

-Contrada Chiancheroni (Caputi)

-Contrada Castellari (Montecastello)

-Contrada Santa Lucia, che prende nome dall'omonima chiesa lรฌ situata


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La chiesetta in contrada Chiancheroni (Caputi)


Andando in ordine cronologico di come i Morresi celebrano queste memorie liturgiche, dobbiamo partire dalla chiesetta dedicata alla Madonna di Lourdes in contrada Chiancheroni/Caputi.

รˆ tra le chiese piรน giovani di Morra, costruita intorno agli anni '50/’60 a seguito di diverse apparizioni della Madonna di Lourdes proprio dove oggi sorge la chiesa a lei dedicata.

Due Morresi emigrati in America ma residenti a Morra nella contrada Caputi donarono un simulacro della Madonna di Lourdes il 21 novembre 1975.

La festa in onore della Madonna di Lourdes si celebra in questa contrada il 30 aprile e il 1 maggio, per inaugurare al meglio l'inizio del mese di maggio, che per i cristiani รจ il mese Mariano, ovvero il mese dedicato alla Madonna.


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La Chiesa di Montecastello



Dopo la Madonna di Lourdes in contrada Caputi, incontriamo la Madonna di Montecastello che si venera nella contrada Castellari.

Tra le chiese piรน suggestive di Morra, fu posata la prima pietra della chiesa il 16 giugno 1902, a seguito di molte visioni della madonna che era apparsa in sogno alle persone che abitavano la suddetta contrada.

Vi fu anche un incidente durante i lavori della chiesa, ma il giovane, che si chiamava Aniello Pennella, ne uscรฌ solo ferito e non perse la vita.

La costruzione della chiesa fu portata a termine nell'aprile del 1914 e i Morresi ne scrissero anche un articolo di giornale a riguardo, rivolto ai Morresi emigrati negli Stati Uniti d'America.


                                     Montecastello nel 1917.
Si puรฒ notare che la chiesa non disponesse ancora del campanile
.
Un prete e una bambina pregano all'altare della Chiesa di Montecastello. Anni '20/'30.


Il simulacro della Madonna, invece, fu donato nell’agosto del 1924 da Luigi Pugliese.

Il simulacro della Madonna di Montecastello donato nel 1924.


La chiesa presenta anche un campanile, che ha una porticina molto caratteristica.

visto che vi sono quattro vignette con la spiegazione a disegno della storia della chiesa.


La memoria liturgica ricorre il sabato e la domenica della Terza settimana di maggio, giorni in cui si svolge la tradizionale festa e la solenne processione del simulacro della madonna.


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La tradizione vuole che i fedeli Morresi che abitano sรน in paese si mettano in cammino per raggiungere la chiesa di Montecastello in campagna.

Questo pellegrinaggio, si svolge il pomeriggio del sabato della terza domenica di maggio (il sabato di festa a Montecastello) partendo da piazza De Sanctis, piazza principale del paese.

Altri pellegrini, invece, si fanno spesso trovare lungo la strada nei pressi dello stadio Comunale per aggregarsi con i pellegrini partiti dalla piazza, ove giungeranno insieme e in preghiera a Montecastello, accolti dal suono a festa delle campane della chiesa.

Vi lascio alcune suggestive foto scattate durante il pellegrinaggio:


Pellegrini Morresi nei pressi dello stadio comunale si apprestano a raggiungere Montecastello, maggio 2025.

durante il pellegrinaggio fino a Montecastello รจ tradizione portare a mano questo quadro antico della Madonna.

Pellegrini Morresi alle soglie di Montecastello, dopo il lungo cammino, maggio 2025.

                                                   Una donna porta la "Stella" sulla testa.
La "Stella" รจ un oggetto fatto a posta da portare sulla testa con sopra un'immagine della madonna e circondata da fuori e candele.

                                                    Processione di Montecastello. Anni '30.
รˆ possibile anche qui notare la "Stella".




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la Chiesa di Santa Lucia nel 2005




Entrando a Morra dall'Ofantina non si puรฒ non notare la maestosa chiesa dedicata alla vergine e martire S.Lucia.

รˆ un'antica chiesa campestre, giร  citata a fine 500 nelle "Relazioni ad limina" dei vescovi di S. Angelo e Bisaccia. Distrutta dal terremoto del 1732 e subito ricostruita dai fedeli, venne restaurata un'ennesima volta nel 1839.

รˆ al centro dell'omonima fiera del 13 dicembre. Altrettanto importante รจ la fiera che vi si tiene la quarta domenica di settembre e che si accompagna ad una festa con banda e fuochi artificiali.

Il cortile antistante era recintato da un muro che, aiutandosi verso l'interno con pilastrini di pietra recuperati sul posto, sosteneva una piccola tettoia dove gli ''espositori'' si riparavano dalle intemperie   e preparavano da mangiare. 

 L'altare maggiore, nella sua ultima sistemazione, era stato donato da un gruppo di Morresi emigrati nel 1909. 

Da notare che, secondo una mappa del 1810, la primitiva chiesetta si collocava alla destra di chi scendeva da Morra verso la Taverna feudale sull'Ofanto e poco prima del quadrivio formato con la "strada delle Carra", che dal "vallone dei Mulini" portava a Selvapiana e all'Isca. Ciรฒ si spiega col fatto che si รจ spostata la strada, non la chiesa: infatti l'attuale rotabile nacque circa un secolo fa per collegare il paese con il suo scalo ferroviario, mentre la strada precedente, oggi secondaria ma anticamente era l'unica chiesa ad essere riportata sulle mappe.

La chiesa di Santa Lucia prima del sisma dell'80


La vecchia chiesa di S. Lucia distrutta dal sisma dell'80.

Oggi la chiesa, distrutta dal terremoto del 1980, รจ stata ricostruita su disegno dell'architetto Michele Carluccio di Conza.


La chiesa di Santa Lucia oggi.

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Il 27 settembre 2020, l'Arcivescovo dell'Arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi, Conza, Nusco, Bisaccia; Pasquale Cascio, ha eretto la chiesa di Santa Lucia a Santuario Diocesano.


Santa Messa trasmessa in diretta per l'erezione della Chiesa di S.Lucia a Santuario Diocesano:


Premere sulla foto per visualizzare il video



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Ora vi ho appena citato e raccontato di tutte le chiese che si possono incontrare a Morra, partendo da quelle del paese e passando per quelle della campagna.


Ma non sono solo queste le chiese...


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La chiesetta della Maddalena era un’antichissima chiesa di campagna, situata a ridosso della contrada “Angiluni”.

Questa chiesa รจ talmente antica che pochissimi Morresi la ricordano (non perchรฉ l’hanno vista ma perchรฉ ne hanno sentito parlare).

Da segnalare che non vi sono neanche informazioni a riguardo, da nessuna parte.

Sono io infatti il primo a scriverne qualcosa a riguardo. 

Non si sa quando รจ stata costruita, quando รจ stata distrutta…insomma, nulla di nulla.

Una chiesa scomparsa nel vero senso della parola.

Le uniche informazioni che possiamo avere di questa chiesa sono le pochissime macerie che vi sono rimaste, avvolte perรฒ da fitta vegetazione e, dunque, neanche visibili.

Le macerie si trovano in mezzo ad un campo che tutt’oggi viene coltivato, nascoste tra spine e roveti.

I pochi resti della chiesa saranno destinati a restare lร  essendo quello territorio sotto il giuspatronato della Chiesa.


i resti della Chiesa della Maddalena sono ora avvolti tra roveti.


All'interno dell'ellisse รจ possibile vedere alcuni resti della chiesetta


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La chiesetta dedicata all'Annunziata


La chiesetta dedicata alla Madonna dell'Annunziata era una vecchia ma non antichissima chiesetta, anch'essa situata in campagna; non รจ altro che un prefabbricato costruito dopo il sisma del 1980, che si trova ancora oggi nella zona chiamata "Carcara".

La festa sรฌ teneva lรฌ il 25 marzo, festa liturgica dedicata all'Annunziata.


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Venne chiusa per diversi motivi, purtroppo non raccontati alla popolazione.

Oggi, c' รจ chi incolpa alcuni ex membri del comitato festa e altri che accusano il parroco.

La veritร , oscurata e distorta, non si saprร  mai.

Girano voci che si vuole riaprirla al culto.

Sarร  vero? Lo scopriremo.


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Se pensate che nel Rione San Rocco esiste solo una chiesa… beh, vi sbagliate.


La Chiesa di San Nicola era un'antica chiesa costruita proprio affianco alla guglia di San Rocco



A sinistra della foto รจ possibile notare la facciata della chiesa di San Nicola di Bari.


La Chiesa visse fino al 1910 quando poi fu sconsacrata.


Dato che รจ una Chiesa antica, ed oggi inesistente, questa รจ una tra le poche foto scattate in quegli anni dove si puรฒ ben notare la facciata:



Facciata della chiesa


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La storia vuole che un membro della famiglia Zuccardi, infatti la chiesa era sotto il giuspatronato di questa famiglia, sarebbe stato guarito dalla peste (la peste del 1600) ed egli stesso avrebbe guarito anche due ricchi coniugi, senza figli.

Essi, riconoscenti di ciรฒ lo avrebbero ricompensato con tutta la loro ereditร .

In cambio, perรฒ, avrebbero chiesto di far ereggere una chiesa in onore di San Nicola di Bari.

La quale fu sconsacrata giร  nel 1910 e divenne prima un magazzino e poi, prima del terremoto, fu la Caserma dei Carabinieri.

Dopo il sisma dell’80, la Caserma cambiรฒ ubicazione, in via settembrini, dove si trova tutt’ora.


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Prima vi ho scritto della chiesetta dell’Annunziata in campagna, costruita dopo il 1980.

Eppure รจ giusto ricordare che prima della chiesetta in campagna vi era giร  stata un’altra chiesa, stavolta situata in paese, dedicata alla Madonna Annunziata.

Anche per questa chiesa, come per quella della Maddalena, ci sono pochissime informazioni a riguardo.

Non si hanno notizie della costruzione, si sa solo che รจ stata una chiesa fino agli anni ’50.

Alla fine degli anni ’50, la chiesa fu prima sconsacrata e poi diventรฒ una canonica.

Nei pressi della chiesa vi era una grotta dove all’interno c’era una statua della Madonna dell’Annunziata.


La statua della Madonna dell'Annunziata all'interno della grotta.


Della chiesa non ci sono foto in circolazioni e l’unica foto ricercabile (anche se con molta fatica) in internet รจ la seguente:


Sopra le persone presenti in foto รจ possibile notare la Chiesa dell'Annunziata. Foto scattata nel post referendum del 2 giugno '46. 
Da notare la scritta "W la Repubblica" sulla sinistra della facciata.



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Attorno alla chiesa dell’Annunziata che si trovava in paese gira una terrificante storia, talmente terrificante da far venire anche a me i brividi mentre ve ne scrivo.

Era una mattina come le altre, nella Morra che fu.

Intorno alle cinque del mattino un contadino morrese si ritrovรฒ a passare dinanzi alla chiesa dell’Annunziata, quando notรฒ che c’era qualcosa di strano…

La porta era aperta e dall’interno si sentivano delle voci di persone che pregavano.

Il contadino, incuriosito, vi entrรฒ per vedere cosa stesse succedendo e ciรฒ che vide lo lasciรฒ di stucco…



Le persone lรฌ riunite erano tutte persone giร  passate a miglior vita.

La chiesa dell’Annunziata non esiste piรน, ma la leggenda vive ancora…


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Il paragrafo che segue รจ tratto da un articolo del prof.Francesco Grippo all'interno del libro "La chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Morra De Sanctis" a cura del dott. Rocco Di Santo e del prof. Francesco Grippo.

Di seguito vi lascio la copertina del libro e l'articolo riguardante la Croce di Termine.


Le foto qui sotto mostrano la “croce di termine” di Morra.

Questa denominazione indica le croci poste al termine dell’abitato, generalmente in prossimitร  della porta principale d’ingresso delle mura cittadine.

Di chiara origine medievale le “croci di termine” venivano collocate sulla sommitร  di una colonna. 

Rappresentavano il punto ultimo delle processioni e venivano innalzate per segnalare la presenza di un โ„Ž๐‘œ๐‘ ๐‘๐‘–๐‘ก๐‘Ž๐‘™๐‘–๐‘ , edificio posto fuori le mura e destinato ad ospitare i viandanti e i pellegrini che potevano cosรฌ arrivare e ripartire quando le porte del paese erano chiuse.


La "Croce di Termine" di Morra


Nei pressi dell’โ„Ž๐‘œ๐‘ ๐‘๐‘–๐‘ก๐‘Ž๐‘™๐‘–๐‘  erano concentrate buona parte delle botteghe artigiane e la presenza della croce rassicurava il viandante.

Quasi tutti i paesi innalzarono nel passato una Croce di termine.

Perรฒ, con l’estendersi del perimetro urbano e con il venir meno dello scopo difensivo delle mura  e delle porte del paese le “Croci” persero la loro originaria funzione tanto che buona parte di esse furono spostate e ricollocate in luoghi diversi.

Originariamente la croce di termine di Morra, datata 1583, era posizionata ai piedi della salita che mena al castello, poco prima dell’attuale collocazione.

Fu spostata e riposizionata nei pressi di casa Roina, situata nel Rione Piani, nel 1831, con una base di cinque ordini di scalini e sostituita, per motivi non noti, con una croce metallica.

1950. La Croce situata nel Rione Piani

Basamento della Croce


Su un lato della colonna sono scolpite anche due chiavi, probabile riferimento a San Pietro, contitolare della Parrocchia.

Nell’immediato post-terremoto fu gravemente danneggiata da un mezzo militare in manovra e restaurata nel 1997 a cura dell’Amministrazione Comunale.


La Croce del Rione Piani oggi.


La “Croce di termine” di Morra reca scolpito su un lato il Cristo crocifisso e sull’altro la Madonna con in grembo il Bambino Gesรน e a differenza di quelle dei paesi limitrofi si caratterizza perchรฉ le figure scolpite sono inscritte in un blocco monolitico in pietra viva.


Spero che la terza parte dell’articolo sia stato di vostro gradimento.

Ci sentiamo a presto per la QUARTA PARTE dell’articolo e per le prossime Pillole di Storia Morrese!

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